Adopt, not shop. A Natale come tutto l’anno!

 

Natale è tempo di doni e, se tra le varie ipotesi, stiamo pensando di regalare un micino o un cagnolino, fermiamoci un attimo a riflettere.

Per chi è? Per noi o per un amico? Se è per noi siamo in grado di dargli tutto quanto gli serve per vivere bene? Riusciremo a garantirgli amore e cure? Ma anche tutte le infinite attenzioni che inevitabilmente un cucciolo esuberante e vitale richiede? E il mantenimento economico? Siamo pronti a organizzare le ferie in base alle sue esigenze? E se non è per noi, il candidato all’adozione desidera fare tutto quanto è indispensabile per il benessere dell’animale? Il tema è molto delicato ed è meglio considerare ogni fattore perché nel momento in cui il piccolo entra a fare parte della famiglia ne è un membro a tutti gli effetti, che però dipende da noi, nel bene e nel male. E si tratta di un essere senziente, con la sua personalità, che prova gioia e dolore.

Se accoglierlo in casa è quello che ci rende felici il 25 dicembre e siamo certi che lo farà tutti i giorni successivi per i prossimi 10, 20, 25 anni, se ne siamo davvero sicuri allora consideriamo una visita al canile più vicino: gli animali non sono oggetti, non vanno acquistati. Dietro il commercio dei pet poi c’è una violenza inimmaginabile, sia per il meccanismo di selezione della razza sia per le azioni di chi, senza scrupoli, lucra letteralmente sulle vite di cani e gatti indifesi, sfruttando le mamme come fattrici e imponendo lunghi ed estenuanti viaggi ai neonati. E attenzione: se comprate per qualche centinaio o migliaio di euro un piccolo arrivato in Italia, può essere che la sua salute, già compromessa, costi a voi un capitale in veterinario e a lui la vita dopo poco tempo.

Scegliamo quindi un canile serio, che ci possa presentare cani o gatti bisognosi, garantendoci che sono a posto non col pedigree ma col libretto sanitario! E quando abbiamo incrociato degli occhi il cui sguardo ci arriva dritto al cuore, quando sentiamo che quell’essere è quello con cui vogliamo vivere finché morte non ci separi, ecco che dobbiamo prestare ascolto al personale della struttura che ci farà una serie di domande per capire se siamo indicati per lui.

Un’ultima cosa: consideriamo anche gli individui anziani per diversi motivi, in primis è che hanno un carattere già formato e sono ormai tranquilli (quindi ci possiamo fidare a lasciarli in casa soli senza che ci combinino troppi danni o miagolino/abbiano tutto il giorno), poi sono ideali compagni degli anziani, con gli stessi acciacchi e lo stesso bisogno di muoversi.

 

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